Dopo la lite finita nel sangue con il ferimento di un tunisino di 33 anni avvenuto la notte di tre giorni fa in piazza Matteotti a Olbia, emergono significativi dettagli da passare al vaglio dell’autorità giudiziaria che nel frattempo dovrà confermare l’arresto per l’olbiese di 49 anni accusato di tentato omicidio e difeso dall’avvocato Gian Paolo Murrighile.
A quando sarebbe emerso il barista di Olbia avrebbe inferto la pugnalata al tunisino 33enne per legittima difesa mentre si trovava in terra circondato da tre persone tutte di nazionalità straniera.
L’olbiese aveva già subito un pugno – come ha confermato il colonnello Davide Crapa nel corso della conferenza stampa – ed era finito in terra. La lite all’origine del fatto di sangue, secondo i Carabinieri, sarebbe scaturita “per futili motivi”. Ma, a quando è dato sapere, sembrerebbe che il barista, che stava rientrando a casa, abbia rifiutato in malo modo una nuova e insistente offerta di eroina.
A quando pare, infatti, non era la prima volta che i tre stranieri e l’olbiese si incontravano. Già in passato il 49enne si era imbattuto negli stessi spacciatori sempre pronti a vendergli eroina. Ma, a quanto sembra, l’olbiese avrebbe sempre mandato via la banda invitandola più volta a lasciare la zona (per altro vicina a casa sua). L’ultimo, ennesimo, rifiuto di acquisto della droga avrebbe fatto scattare la rissa cominciata con un pugno subito dal barista.
Ma in piazza, il 49enne finito per terra perché colpito pesantemente al viso, malgrado gli avversari fossero in tre, è stato più rapido col coltello. Il suo fendente è andato a segno all’addome in maniera profonda al punto che il tunisino si è trovato eviscerato in una pozza di sangue. Vista la gravità di quanto accaduto qualcuno ha chiamato il 118 ma sulla scena è restato solo il ferito. Gli altri sono scappati.
Il resto della storia ha riguardato la medicalizzata dell’Ospedale che è arrivata rapidamente sul posto e subito dopo i Carabinieri. Con il ferito al Pronto Soccorso e poi immediatamente trasportato in sala operatoria, i militari hanno cominciano a ricostruire l’episodio. L’olbiese, la cui pattadese utilizzata per ferire l’avversario è stata trovata in piazza Matteotti, è stato raggiunto nella sua casa e dopo l’identificazione è stato tradotto in carcere, dove si trova tutt’ora.