Graziano Mesina, 83 anni, è morto nella mattinata di sabato 12 aprile all’ospedale San Paolo di Milano, dove era ricoverato per una grave malattia. Il decesso è avvenuto nel reparto di oncologia, dove era stato trasferito il giorno precedente dalla sezione di medicina penitenziaria.
L’ex esponente del banditismo sardo non si trovava più in stato di detenzione. Il tribunale del Riesame di Milano aveva accolto la richiesta di differimento della pena per motivi di salute, rendendolo di fatto un uomo libero. Era l’ottava istanza presentata dalle sue avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier.
Nei mesi scorsi i legali avevano chiesto, senza successo, il trasferimento in un istituto penitenziario della Sardegna, per consentirgli di avvicinarsi ai familiari. La sua volontà era quella di non morire in carcere e di rientrare a Orgosolo.
Dopo la grazia concessa nel 2004 dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Mesina era stato nuovamente arrestato nel 2013 con l’accusa di traffico di droga e associazione a delinquere. In quel procedimento era stato anche ipotizzato un piano per un sequestro di persona. In attesa della sentenza definitiva, era riuscito ad allontanarsi, dando inizio a un periodo di latitanza conclusosi un anno e mezzo dopo a Desulo.