La rissa fra studenti avvenuta qualche giorno fa ad Arzachena ha destabilizzato l’ambiente scolastico e tutta la comunità cittadina. La lite è stata ripresa dagli smartphones di alcuni ragazzi presenti e, tramite la condivisione sui canali social, in breve tempo è diventata virale fino a essere messa in onda nella trasmissione “Ore 14” su Raidue. Ma gli studenti cosa pensano di quello che è successo?
“La rissa non ha un senso, ma chi ha fomentato la lite è stato contento di essere ripreso e di essere finito addirittura sotto la lente di ingrandimento della tv”, dice una studentessa dell’istituto alberghiero.
“Questi fatti seguono dinamiche ben precise – afferma un altro studente -. C’è sempre un capogruppo, e se questo decide di picchiare un ragazzo, il gruppo deve eseguire i suoi ordini. Spesso chi picchia o commette atti violenti segue le regole non scritte delle gang giovanili, dove o ti adegui a certe logiche o sei fuori”.
Emergono quindi, dalle parole dei ragazzi, delle problematiche non trascurabili relative alle relazioni interpersonali tra gruppi di coetanei. C’è anche chi mette l’accento sul fatto che “le risse e le scazzottate tra studenti ci sono sempre state. La differenza è che adesso ogni cosa viene ripresa con i telefonini”.
Un tema, quello dell’iperconnessione e dei rischi della rete, proposto quest’anno anche fra le tracce della prima prova di maturità. Altri ragazzi hanno sottolineato l’importanza del ruolo della famiglia nell’educazione e nella crescita dei propri figli.
“Se i figli sono così, le famiglie dove sono? – chiede in maniera diretta un altro studente -. In diversi casi alcuni ragazzi nostri coetanei quando escono da scuola non tornano a casa perché le famiglie non danno loro delle regole, non sono presenti come dovrebbero”.
“Non sempre però la colpa è delle famiglie – ribatte una studentessa -. I genitori a volte non riescono a gestire i figli e questi, quando sono inseriti in dinamiche di gruppo scatenano la loro ira e aggressività”.
Ma la scuola cosa può fare per evitare che fatti come quelli accaduti si ripetano? Gli studenti ritengono che le istituzioni scolastiche debbano ascoltare i ragazzi ma anche far emergere il loro ruolo educativo, mostrandosi severe quando vengono messi in atto comportamenti scorretti.
“E comunque – concludono gli studenti -, se quanto è successo qualche giorno fa fosse accaduto in un liceo avrebbe avuto lo stesso risalto? Non è giusto che l’istituto alberghiero venga identificato con questi fatti. È una brutta pubblicità che la scuola e noi studenti non meritiamo”.
































