GOLFO ARANCI. Quinto giorno di ricerche per Lorenzo e Giuseppe Deiana. La Procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta ma al momento non ha individuato elementi di reato. Oltre alle forze dell’ordine, a cercare incessantemente i due fratelli olbiesi dispersi in mare, gli amici e tanti volontari sulle scogliere.
Di Lorenzo e Giuseppe, 20 e 24 anni, non si hanno notizie da sabato 19 aprile. L’ultimo elemento riconducibile ai due rimane il parabordo della piccola imbarcazione in vetroresina rinvenuto tra gli scogli di Mortorio e riconosciuto dagli amici. Dopo l’appello dei ragazzi è scattata una grande mobilitazione. La Direzione Marittima di Olbia può contare su un supporto imponente di volontari coordinati dall’associazione di Protezione Civile Gaia.
“Abbiamo mobilitato le associazioni di volontariato con la Protezione Civile – dichiara il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi -. È difficile accettare questa situazione”.
“Ci stiamo occupando di registrare i partecipanti alle ricerche – fanno sapere da Gaia –. Ogni giorno contiamo circa trenta persone che si presentano nella nostra sede ‘Domo Mea’, nella via del porto a Golfo Aranci, e da lì si distribuiscono lungo tutta la costa: da Cala del Sonno a Punta Marana, passando per Romazzino, Capriccioli, Portisco fino a Capo Figari.
Finora, purtroppo, non sono emersi nuovi elementi. Anche nei prossimi giorni – proseguono dall’associazione – invitiamo chi desidera partecipare a raggiungerci in sede, così da poterli registrare e raccogliere i contatti telefonici. I volontari comunicano con noi tramite WhatsApp e ci aggiornano costantemente su quanto osservano, segnalando eventuali ritrovamenti”.
La mattina del 19 aprile, a differenza di quanto si possa pensare, Lorenzo sapeva che intorno alle 12:00 si sarebbe levata una forte sciroccata. Lo aveva detto alla fidanzata, assicurandole che sarebbe rientrato prima di pranzo. E questo aggiunge mistero a una vicenda dai contorni tutti da definire.
Perché, pur sapendo del pericolo, sono rimasti in mare? È la domanda che tormenta parenti e amici. I due fratelli non erano affatto inesperti, conoscevano bene il mare. Ma quella piccola barca in vetroresina, leggera e vulnerabile, potrebbe averli traditi. “Dobbiamo avere speranza – afferma il sindaco Nizzi -. L’ultima cosa a cui dobbiamo rinunciare è la speranza di ritrovarli”.