Con una crescita esponenziale il numero delle persone morte in Sardegna per aver contratto il Covid ha superato una nuova soglia psicologia attestata sulle 400 unità: 407 per la precisione. E se il trand non dovesse rapidamente interrompersi a fine novembre si potrebbero contare più di 500 morti dall’inizio dell’emergenza.
Un numero importante se confutato nel rapporto con i positivi che nell’ultima settimana non è mai sceso sotto il 12% dei tamponi effettuati. In Sardegna si continua a morire di Coronavirus, dunque, e sempre di più, specie nel mese di novembre: 181 fino a oggi 24 novembre. In 3 settimane si sono registrati quasi la metà dei decessi riscontati nell’isola dall’inizio della crisi.
Oggi le vittime sono state ben 12: 5 residenti nella provincia del Sud, 4 nella provincia di Sassari e 3 nella Città Metropolitana di Cagliari. Ma la giornata con il maggior numero di croci resta quella del 13 novembre quando le vittime sono state 15. Ecco il grafico dei morti provocati dal Covid in Sardegna dal marzo scorso.
Oltretutto, scorrendo i dati quotidiani del mese a novembre si evince che non c’è mai stata una giornata senza vittime. Anzi, per ben 10 volte nel corso in questi ultimi 24 giorni si sono superate le 10 unità. I morti aumentano malgrado le nuove restrizioni con il lockdown dalle 22:00 alle 6:00 e la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana.
Anche in ragione di questi dati il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, come del resto fanno gli altri primi cittadini nell’isola, invita a tenere alta l’attenzione evitando assembramenti e comportamenti disinvolti senza mascherina sopratutto nei locali pubblici.
“Sono contento di come i cittadini di Olbia stanno rispondendo alle norme – aveva detto Nizzi nel corso dell’ultima teleconferenza – ma guai a pensare che la seconda ondata pandemica stia finendo. Non è così e che nessuno pensi di poter andare in giro senza mascherina! Sarebbe un vero attentato a se stessi e ai propri familiari”.