Se nel 2013 la gente era disperata stavolta è la rabbia a dominare l’umore di chi lo aveva detto e ripetuto a chiare lettere: “Quel ponte deve essere demolito”. Ma andava fatto già dal giorno dopo del passaggio del ciclone Cleopatra. Invece, fu ripristinato in una decina di giorni con tanto di dichiarazioni trionfalistiche. Poco importava se fu ridotta sensibilmente la carreggiata.
Il giorno della sua riapertura nessuno degli abitanti di Isticadeddu esultò. Nessuno era d’accordo neanche con l’ultima trovata della passerella pedonale, costata 80 mila euro, per sopperire alla demolizione, quella si, del ponticello poco distante di via Cortez.
Oggi, sotto i colpi di una nuova alluvione, gli operai del Comune, gli uomini della Polizia Nautica e i volontari della Protezione Civile, sono stati costretti a demolirla per fare posto ai mezzi meccanici chiamati a ripulire la “luce” delle tre arcate del ponte che inevitabilmente hanno fatto da diga con piante, tronchi, enormi rami di alberi, bombole del gas e tutto quanto la corrente ha trasportato dalla collina retrostante.
Ora, probabilemte, comincerà lo scarica barile di responsabilità tra il Genio Civile e l’Amministrazione Comunale mentre gli abitanti di isticadeddu, ancora una volta, dovranno armarsi di scope, secchi e ramazze e soprattutto di ulteriore pazienza. Intanto, il presidente del comitato di quartiere Antioco Tilocca annuncia una manifestazione di protesta davanti al municipio.