L’intervento del Giudice Di Giacomo del Tribunale di Tempio che ha accolto l’istanza di nomina alla direzione sanitaria dando in pratica le chiavi della farmacia allo stesso proprietario, Antonio Lupacciolu, è un segnale talmente positivo per il titolare che la riapertura della farmacia di via Genova, gli ha restituito il sorriso e, soprattutto, la fiducia. “E’ tutta la mattina che ricevo visite e telefonate dagli amici contenti di sapermi di nuovo al lavoro”. Così ci accoglie Antonio Lupacciolu in via Genova che questa mattina ha tirato su le serrande della sua attività. Come sanno bene gli olbiesi, non si tratta di una farmacia qualsiasi. La farmacia Lupacciolu è un pezzo di storia della città che ultimamente, però, ha rischiato di chiudere per sempre.
Le cause sono da ricercare in un ginepraio di crediti e debiti che hanno portato al fallimento l’azienda Lupacciolu. “Oggi, finalmente, sono contento di un primo risultato positivo, visto che il Giudice Di Giacomo mi ha nominato direttore tecnico della mia farmacia. E’ un fatto piuttosto raro – sottolinea il titolare -. Questo significa che il tribunale crede nelle mie capacità professionali e nella mia buona fede visto che mi ha accordato 15 mesi per per recuperare l’intera situazione”.
Come si svilupperà la situazione che vede coinvolte banche, depositi di distribuzione di medicinali e istituti finanziari, sarà materia della Procura che, a quanto pare, si sarebbe già espressa a favore di Antonio Lupacciolu. “Sono ottimista e fiducioso perché credo nel lavoro della Giustizia”
La mancata erogazione di un mutuo da parte di una banca, risalente al 2011, aveva fatto precipitare le cose. “Avevo intenzione di risanare già da allora la situazione debitoria nei confronti di alcuni depositi medicinali – racconta Lupacciolu -. Malgrado fosse stato stipulato un atto notarile è mancato il perfezionamento della pratica e la banca non mi ha concesso il mutuo. Fatto sta che il fornitore ha fatto un azione di pignoramento verso il mio credito con la ASL. Per ora non posso dire altro”.
Antonio Lupacciolu sostiene di essere vittima di una macchinazione nella quale sarebbero coinvolti diversi soggetti che a vario titolo avrebbero contribuito ad affondare la sua attività. “Sono stato messo nelle condizioni di non poter disporre neanche del mio patrimonio. Ora però mi interessa concentrarmi sul lavoro in questi 15 mesi di esercizio provvisorio, ogni cosa mi metterà apposto”. La sensazione è che la vicenda sia solo all’inizio. Novità potrebbero emergere molto presto.