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Primo giornale online di Olbia

4 olbiesi in carcere per truffa. Avrebbero raggirato decine di persone

27 Febbraio 2015 ore 8:30 di Mauro Orrù   



Truffa e associazione a delinquere. Sono questi i capi d’imputazione per 4 olbiesi accusati di aver costruito un sistema di raggiro basato su sistema del “Multi Level”, in cui il beneficio economico deriva dal reclutamento di utenti a catena. Si tratta di tre uomini RL, PA, MG e una donna, GA, tutti sotto i 50 anni. I 4 sono stati prelevati dai Carabinieri ieri notte dalle proprie abitazioni e rinchiusi in carcere a disposizione del magistrato. Nei loro confronti ci sarebbero denunce specifiche provenienti da persone che avrebbero perso ingenti somme di denaro nel meccanismo tipico del “Multi Level” in cui spesso si arricchiscono le figure al vertice della piramide mentre tutti gli altri diventano nel tempo prede da spolpare.

La legislazione italiana non definisce esplicitamente i confini del Multi Level Marketing, pone invece norme volte ad evitare strutture piramidali o catene di Sant’Antonio.

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 18.30

Sono stati rimessi immediatamente in libertà dal Gip del Tribunale di Tempio, dott. Vincenzo Cristiano le 4 persone accusate di truffa e associazione per delinquere. Angelo Pinna, 39enne promotore finanziario (titolare Peak Performance srl), Rosario La Greca, 50enne, promotore finanziario, Alessandra Gala, 26 anni, disoccupata e Claudio Maurelli, 38 anni istruttore di palestra e titolare di Turismo Italia, sono rientrati a Olbia nel pomeriggio. Il Giudice ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per la convalida dell’arresto. L’ordinanza era stata emessa dal PM Domenico Fiordalisi ed eseguita dai Carabinieri nella serata di ieri.

I quattro sono accusati di avere organizzato un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa consistita nell’indurre un numero indeterminato di persone ad aderire alla struttura piramidale di vendita denominata “UNETENET” per svolgere attività di raccolta di denaro da investire in operazioni in realtà inesistenti, promettendo dei ricavi proporzionali all’investimento richiesto, che prevedeva l’acquisto di “pacchetti” in dollari statunitensi necessari alla pubblicazione su vari siti internet di annunci pubblicitari con il sistema “copia/incolla”. L’indagine ha avuto avvio dopo le denunce di alcuni Avvocati del Foro di Tempio Pausania ed ha documentato un giro d’affari di circa 150.000 €.

In attesa del processo durante il quale le parti entreranno nel merito, gli avvocati, Diomedi, Altana, Muzzu e Varone, per quanto soddisfatti del risultato che non prevede alcun provvedimento restrittivo per i loro assistiti, non hanno rilasciato dichiarazioni.

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