Il giudice Marco Contu non ha creduto alla sua tesi e per questo motivo ha convalidato la detenzione in carcere per S.P., olbiese, 37 anni. Dovrà rispondere di tentato omicidio aggravato. L’uomo ha sostenuto di aver agito per legittima difesa.
Il giudice però non gli ha creduto. Al contrario, in linea con l’accusa, ha ritenuto che il 37enne abbia accoltellato compagno della madre per ucciderlo. Da qui l’accusa di tentato omicidio aggravato dal legame di parentela.
E mentre il ferito, R.B. di 43 anni, che non rischia la vita, si trova ancora ricoverato in prognosi riservata per le profonde ferite riportate a un braccio e alla schiena, e con diverse fratture subite durante il pestaggio, emergono diversi dettagli sulla sera del delitto.
I due erano a tavola con amici in un appartamento di via Ponchielli a Olbia quando improvvisamente, sembrerebbe per futili motivi, è scoppiata la rissa. Dalle parole sono passati alle mani. L’aggressore avrebbe preso un coltello da cucina con lama da 20 cm, simile a quelli che si usano in casa per tagliare il pane, e si sarebbe scagliato contro il compagno della madre puntando alla figura.
La vittima avrebbe provato a schermarsi con un braccio rimediando profonde ferite da taglio. A quel punto qualcuno ha chiamato i soccorsi. L’uomo, in una pozza di sangue, è stato trasportato in codice rosso al Giovanni Paolo II e da allora si trova ricoverato in Ortopedia.
Il 37enne ritenuto colpevole di tentato omicidio aggravato è difeso dall’avvocato Giuseppe De Meo mentre la vittima è difesa dall’avvocato Gian Paolo Murrighile.