Olbia. Una celebrazione solenne, ricca di simboli e tradizione, ha accompagnato la consacrazione della chiesa ortodossa dedicata a San Giovanni e Sant’Efisio a Olbia. Il rito, tra i più sacri e complessi della liturgia ortodossa, ha avuto una durata di circa tre ore e ha segnato il momento in cui l’edificio è stato ufficialmente consacrato a Dio, divenendo a tutti gli effetti spazio sacro e inviolabile.
Alla cerimonia hanno partecipato centinaia di fedeli, molti dei quali appartenenti alla comunità romena residente in città e in Gallura, accorsi per vivere un momento considerato irripetibile nella vita di una chiesa. Presente anche il sindaco Settimo Nizzi, che ha assistito ai passaggi liturgici insieme ai rappresentanti della comunità e alle autorità religiose. “Siamo contenti di come questa comunità si è integrata a Olbia – ha detto il sindaco Nizzi -. La Romania è ben rappresentata ed è tra le comunità più numerose e produttive tra tutte le 79 etnie ospitate nella nostra città”.
La Santa Liturgia è stata presieduta dal vescovo ordinario della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, monsignor Siluan, con la partecipazione degli eccellentissimi monsignor Atanasie, arcivescovo di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e monsignor Ioan Casian, vescovo della Diocesi Ortodossa Romena del Canada. I tre alti prelati erano accompagnati da una numerosa presenza di presbiteri e diaconi, a sottolineare l’importanza dell’evento per la Chiesa ortodossa romena nel mondo.
Il rito ha preso avvio con la solenne processione delle reliquie di santi martiri, poste all’interno di una cavità ricavata nell’altare. Questo gesto, simbolo di continuità con la Chiesa delle origini, apre la strada alla vera e propria consacrazione. L’altare è stato quindi lavato con acqua e vino, in un rito di purificazione, per poi essere unto con il Santo Myron, l’olio consacrato che rappresenta la discesa dello Spirito Santo.
Successivamente l’altare è stato rivestito con biancheria sacra e ornato con i Vangeli, la croce e gli altri oggetti liturgici. Il celebrante ha quindi unto le pareti della chiesa, tracciando croci in più punti, a simboleggiare la santificazione dell’intero edificio. Il rito si è concluso con la Divina Liturgia, la prima officiata nella nuova chiesa, che ha così iniziato ufficialmente la propria funzione religiosa.
La chiesa è stata realizzata interamente in legno di abete, senza l’uso di chiodi, secondo un’antica tecnica costruttiva di tradizione orientale. A progettarla è stata l’architetta Stefania Graccione di Sant’Antioco, mentre la costruzione è stata affidata a maestranze romene specializzate nella carpenteria sacra.
L’edificazione è stata resa possibile dalla generosa donazione di Dan Petrescu, ingegnere e imprenditore romeno tra i più noti nella Romania post-comunista. Petrescu è morto tragicamente in un incidente aereo, nel quale persero la vita anche la moglie e il figlio. Era lui stesso ai comandi del velivolo. Alla cerimonia erano presenti il suo amico fraterno e la segretaria personale, che ancora oggi porta avanti le sue attività imprenditoriali. All’interno dell’edificio è stato realizzato un dipinto che raffigura Dan Petrescu nell’atto di donare simbolicamente la chiesa di Olbia a Dio.
A guidare la comunità è padre Marian, 38 anni, padre di quattro figli. L’ultimo nato si chiama Efisio, in onore del santo a cui è dedicata la chiesa. La sua presenza rappresenta il radicamento della comunità ortodossa nel territorio, e la volontà di vivere una piena integrazione nel tessuto spirituale e sociale della città.
La consacrazione della chiesa ortodossa di San Giovanni e Sant’Efisio rappresenta un passaggio storico nella vita religiosa di Olbia, segnando il consolidamento della presenza ortodossa in Gallura e il riconoscimento di una comunità ormai parte integrante del territorio. Al termine del rito religioso la comunità ha festeggiato con un grande pranzo conviviale nei giardini esterni della chiesa.
