Il Gip Caterina Interlandi ha confermato l’arresto in carcere per Pasquale Serra, di Golfo Aranci, 60 anni, accusato di tentato omicidio per aver colpito in faccia con una fiocina la dirimpettaia Petronela Codreanu.
Serra, difeso dagli avvocati Antonia Mele e Pietro Carzedda, resta, dunque, in carcere a Bancali dove era stato trasferito dei Carabinieri di Olbia nell’immediatezza del ferimento della donna romena di 45 anni, centrata, forse, per errore.
Cosmin Codreanum, marito di Nela, ha raccontato ai Carabinieri che Serra gli aveva puntato l’arma ed era riuscito a schivare il dardo d’acciaio che si è conficcato nell’arcata sopracciliare della moglie che si trovava alle sue spalle. Il resto della storia è la disperata corsa verso i soccorsi e l’arrivo dell’eliambulanza che ha trasportato la donna all’ospedale di Sassari.
Intanto migliorano le sue condizioni. I medici hanno sciolto la prognosi e, per questo motivo, ha potuto lasciare il reparto di rianimazione ed è stata trasferita nell’edificio che accoglie il reparto Maxillo Facciale. Nei prossimi giorni sarà operata per ricomporre la frattura dell’orbita oculare.
Tra Pasquale Serra, che viveva da solo al terzo piano della palazzina di via Nazionale, e la famiglia Codreanu, non scorreva buon sangue. Più volte erano volate parole e la famiglia di Nela aveva denunciato ripetute aggressioni verbali da parte del dirimpettaio. Quanto successo due giorni fa, però, è andato ben oltre gli insulti e le offese. A quanto è dato sapere Serra, considerato affetto da disturbi mentali, aveva aperto la bombola del gas collegata a un tubo e forse aveva intenzione di far saltare in aria la sua casa.
L’intervento disperato di Cosmin mirava a chiudere la valvola ma non è riuscito nell’intento. Serra lo avrebbe accolto con il fucile subacqueo spianato, già carico, e quando ha premuto il grilletto è partita la fiocina che, però, ha colpito la piccola donna dietro Cosmin.
Per Serra si apre ora una fase giudiziaria che impegnerà gli avvocati in una difesa complicata. Per ora resta in carcere e difficilmente, visti i rapporti già estremamente tesi con i vicini di casai ancora prima del ferimento di Nela, potrà essere ristretto ai domiciliari nella sua casa. Resta in piedi l’accusa di tentato omicidio mentre i familiari di Nela pregano perché la donna possa recuperare la funzionalità dell’occhio destro e rientrare al più preso a casa.