“Io capisco la posizione dell’assessore Morandi e posso anche comprendere la filosofia della proposta di legge regionale per l’ambiente e il paesaggio ma poi avremmo a che fare con i numeri e questi saranno inevitabilmente simili a quelli che lo Stato ci assegna dalla tassa di sbarco, vale a dire la misera somma di 40 mila euro a fronte di un introito complessivo vicino ai 15 milioni di euro prelevati su 2,2 milioni di passeggeri che arrivano da noi in aeroporto. Per questo mi auguro che quel disegno di legge non veda mai la luce in come ho già detto nel consiglio comunale”. E’ il succo delle considerazioni di Ninni Chessa (PD), assessore del Bilancio del Comune di Olbia, relative alla posizione di Francesco Morandi assessore regionale del Turismo chiamato in causa anche da noi sull’applicazione della imposta di soggiorno in città. Chessa, in buona sostanza, continua a tenere la barra dritta verso la tassa di soggiorno che l’amministrazione applicherà nel territorio comunale del 1° gennaio del 2016.
“Per le amministrazione quel disegno di legge porterà briciole economiche vicine allo zero – insiste Chessa -. Non lo risolviamo il problema dei servizi al Turismo con la ricetta Morandi. Neanche per la centesima parte delle reali necessità”. L’assessore del Bilancio di Olbia, penna alla mano, fa i conti della serva e al massimo ipotizza entrate che potrebbero aggirarsi intorno ai 100 mila euro per la città.
“Anche se andiamo a fare proiezioni ottimistiche la portata economica di un azione di quel genere non si discosterà molto da quelle cifre. Ma i Comuni turistici spendono già pesantemente per i servizi e io contesto le tesi che si voglia immaginare la tassa di soggiorno indirizzata a tappare buchi. Anche Morandi continua a ripetere questa cosa, ma non è così.
A noi sarebbe bastato che lo Stato ci lasciasse due euro a testa sulla tassa di sbarco in aeroporto per avere un’addizionale di oltre 4 milioni di euro a compensare parte dei costi che già sosteniamo ma soprattutto per offrire servizi strutturali migliori rispetto a quanto siamo in grado di offrire oggi. Noi gli investimenti li facciamo bene – conclude Chessa – anche nel campo dell’Università e della Cultura, come prof. Morandi dovrebbe sapere e li facciamo con le tasse “odiose” pagate dai cittadini di Olbia”.