OLBIA. L’insegna di Piazza Civita/s, effettivamente, è ancora lì. La possiamo considerare l’opera di Tonino regalata alla città di Olbia, ex Terranova e, ovviamente, ex Civita. Non certo Civitas! In molti al termine delle esequie di Tonino Rasenti che sono state celebrate nel pomeriggio davanti a tantissima gente commossa dentro e fuori la chiesa di San Paolo, sono andati a vederla.
A osservarla nel dettaglio si notano graffi sulla pietra proprio sotto la “S”. Probabilmente Tonino deve aver provato invano a grattare via il nero della lettera ma non si è arreso perché dopo ha usato un po’ di cemento e una spatolina per nasconderla definitivamente.
Ma che forza quest’uomo e che caparbietà. Lo immaginiamo sulla scaletta impegnato a lavar via l’insulto di un errore che sembrava un dispetto personale visto che la lastra di marmo è a meno di 5 metri dall’uscio della sua casa.
È facile immaginarlo tutte le mattine, prima di andare al lavoro, fissare quella “S” di troppo con un pensiero fisso…”prima o poi ti sistemo”. Ci sembra di sentirlo. E un bel giorno lo ha fatto. Infischiandosene altamente di commettere un reato. C’era in ballo una verità storica da recuperare. D’altronde lui stesso aveva detto che gli olbiesi, tranne in qualche rara occasione, non erano inclini a lottare per vedere riconosciuti i propri diritti. Lui, invece, ha agito da vero incursore.
Quella “S” era davvero troppo per lui. Un’onta che andava lavata con la sua cancellazione. Un colpo da vera guerrilla art. Come un Bansky al contrario. Colpire, eliminando. Niente da creare dove non c’è nulla ma un elemento da spazzare via con la cancellina del cemento.
Ora che la verità è venuta a galla in maniera dirompente, adesso che Tonino Rasenti, purtroppo, ha lasciato la sua città per un posto certamente migliore, quella via sta chiamando il suo nome. Il messaggio di Tonino lasciato con le sue mani su quella via è un segno del destino che dobbiamo leggere e la città è pronta ad applaudire.