Un fronte comune per cambiare il modo in cui l’Italia gestisce il turismo. Da Amalfi parte la “Carta” sottoscritta da oltre 25 sindaci, tra cui Roberto Ragnedda, primo cittadino di Arzachena, che ha rappresentato la Sardegna nel confronto nazionale su mobilità, fiscalità, sicurezza e residenzialità nelle località a forte pressione turistica.
All’Arsenale di Amalfi, si è tenuto il Summit “Destinazioni e Comunità per un Turismo più sostenibile”, con la partecipazione dei comuni di Capri, Courmayeur, Cortina d’Ampezzo, Polignano a Mare, Pinzolo e altri centri emblematici del turismo italiano. L’obiettivo condiviso è stato quello di stabilire un nuovo patto tra mete turistiche e comunità locali.
“Di fronte a queste criticità ci troviamo spesso a combattere con armi spuntate e con limitato potere d’intervento – ha dichiarato Ragnedda –. Sentiamo fortemente l’esigenza di condividere le nostre esperienze per ottenere nuovi strumenti di gestione dei flussi turistici e dare risposte concrete sia alle comunità residenti sia ai nostri ospiti”.
Tra le richieste principali dei firmatari, l’istituzione di Zone Turistiche Speciali dotate di poteri specifici per regolamentare accessi e circolazione, strumenti normativi per disciplinare i picchi di arrivi, una maggiore flessibilità nell’assunzione di personale stagionale e nella fiscalità locale.
Il documento è stato accolto favorevolmente anche dal presidente della commissione turismo del Senato Luca De Carlo, che ha promesso l’impegno del Parlamento per tradurre le proposte in norme operative. “La promessa – ha detto – è ascoltare i sindaci e trasformare le istanze della Carta di Amalfi in azioni concrete”.
Per i comuni come Arzachena, dove l’afflusso turistico supera ampiamente la popolazione residente durante la stagione estiva, la possibilità di adottare provvedimenti calibrati su dati reali diventa cruciale. L’obiettivo è garantire un’esperienza di qualità per i visitatori senza compromettere la vivibilità per i residenti.