La via diplomatica, almeno per il momento, sembra non aver ammorbidito la posizione dell’amministrazione comunale. Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, parlando in diretta su Facebook è tornato sulla “questione insegne” dopo l’incontro di lunedì mattina con i rappresentanti delle associazioni di categoria.
“Il comune di Olbia non può permettersi di andare in fallimento – ha esordito Nizzi -. Per questo motivo il bilancio deve essere mantenuto attivo. Dovevamo scegliere se aumentare le tasse ai cittadini o applicare un adeguamento delle imposte sulle insegne pubblicitarie ferme dal 1994”.
Nizzi ha detto che “il Comune ha necessità di soldi per trasportare i nostri figli a scuola, per le persone con disabilità, per le mense scolastiche, per il verde pubblico e per dare servizi adeguati a una città come la nostra”.
Il sindaco ha sottolineato che “con l’entrata in vigore del canone unico (un contratto che si stipula con gli imprenditori) c’è tempo fino al 31 gennaio per diminuire la dimensione delle insegne: entro i cinque metri quadri non si paga nulla. Tutto ciò che va oltre si paga secondo la legge”.
Il primo cittadino ha anche ribadito che è “stata preventivata in bilancio la cifra di 1 milione e 600mila euro di entrate ma se qualcuno decide di togliere la propria insegna o la riduce entro i cinque metri quadri, a noi va bene ugualmente e vedremo cosa fare da qui alla fine dell’anno. Chi vuole, invece, mantenere la propria insegna di dimensioni superiori, paga il contributo in favore della comunità”.
Con queste ultime dichiarazioni è difficile che l’argomento del caro insegne possa considerarsi archiviato. La lotta con le imprese commerciali, insomma, sembra essere appena cominciata ma i tempi sono strettissimi e il termine del 31 gennaio costringe le associazioni di categoria a proporre nuove soluzioni in tutta fretta, sempre che ci sia la volontà di prenderle in considerazione.