OLBIA. Le nuvole basse e la foschia degli ultimi giorni a Capo Figari si sono dissolte in serata. D’altro canto, la nebbia e il mistero che avevano accompagnano il comunicato stampa della Regione con l’annuncio del passaggio in mani private del “compendio marconiano” e della batteria Serra, cominciano anch’esse a diradarsi. Non certo grazie ai politici, che sembrano defilasi, ma ad Alessio Raggio, amministratore dell’azienda che ha vinto il bando: la Newfari srl.
Se fino alla settimana scorsa del progetto non si sapeva nulla e per questo avevamo fatto formali richieste di interviste, tatticamente eluse, al vice presidente della Ras, il golfarancino Giuseppe Fasolino e anche all’assessore degli enti locali Aldo Salaris che, per contro, ci ha promesso un contatto diretto con il funzionario responsabile del progetto (siamo in attesa da due giorni), è la Newfari che ritorna sull’argomento.
Il suo AD, Alessio Raggio, risponde senza alcun problema e con disinvoltura alle semplici domande, le stesse che si sta facendo da una settimana la comunità di poco più di duemila anime che vive ai piedi di Capo Figari, portandosi, per usare analogie calcistiche, sul 2 a 0 nei confronti dell’amministrazione regionale e ottenendo il passaggio del turno sia per fair play che per trasparenza.
1. Come intendete procedere per la riqualificazione strutturale visto che la strada per Capo Figari è un sentiero protetto e strettissimo?
Come noto le strutture sono due. La batteria Serra a valle non presenta difficoltà particolari per il cantiere, essendo appunto a valle e facilmente raggiungibile. Per la vedetta ci si avvarrà di piccoli mezzi – come noto si può ancora salire con mezzi adeguati – e l’approvvigionamento sarà più lento e cauto proprio per la delicatezza del sito.
2. Oltre alle strutture ricettive, cosa realizzerete per un utilizzo pubblico dell’area?
Sono previste sale espositive e museali deputate alla storia del sito, eventi pubblici di richiamo internazionale in tutto il comprensorio in coordinamento con le amministrazioni locali, la parte ristorazione sarà aperta a tutti salvo disponibilità di posti essendo gli spazi non enormi. La parte deputata al food & beverage sarà disponibile per tutti, almeno questa è la nostra idea, ciò dipenderà anche dalla volontà delle amministrazioni se andare in questa direzione vista la delicatezza del sito.
3. Nell’incontro a cui avete fatto riferimento nella vostra mail con l’amministrazione comunale, cosa vi ha chiesto il sindaco Mulas?
Le persone presenti, sindaco incluso, hanno chiesto venisse coinvolta il più possibile la comunità locale sia in fase di scelte progettuali che di fruizione pubblica del bene, cose che sono state recepite dalla Newfari srl e verranno fatte. La Newfari srl ha ben presente cosa significa il sito per la comunità locale e avrà la massima attenzione nel suo recupero.
3. Avete avuto l’area in concessione per trent’anni. A quale cifra?
Il costo della concessione è di 35.000 euro annui, con un investimento totale di circa 2 milioni.
4. Ovviamente avete già realizzato il progetto definitivo alla luce del fatto che avete 36 mesi di tempo per realizzare la struttura. È possibile vedere un rendering?
No, il progetto attuale è di massima e indicativo e, affinché diventi definitivo, dovrà essere concordato con tutti i vari Enti, Comune e Soprintendenza in primis, prima di essere presentato.
5. La struttura ricettiva che andrete a realizzare sarà di categoria cinque stelle? Avete idea di quale sarà il prezzo medio a notte?
Sarà una guest house di buon livello rivolta ad una fascia di turisti medio alta (parliamo delle stanze) .
Il prezzo delle stanze sarà deciso in base a quello che si potrà fare come servizi annessi, essenziali in merito. Parliamo di 8/10 camere con un carico antropico irrisorio, sicuramente ben lontano da quello di un hotel.
6. Cosa resterà degli attuali edifici?
Non sarà demolito un centimetro quadrato dei manufatti, ma questi saranno restaurati cm per cm, come peraltro scritto nel progetto vincitore del bando e di conseguenza obbligati a fare in questo modo, pena revoca della concessione.
Veda – aggiunge a braccio l’amministratore delle dato di Newfari – le tanto vituperate amministrazioni che “svendono” il patrimonio pubblico sono, nei fatti, quelle che hanno deciso di dare nuova vita a questo sito mettendolo a bando, salvandolo dal degrado che tutti da sempre conosciamo ma di cui ci ricordiamo solo quando c’è da polemizzare tout court.
La nuova vita della stazione semaforica di Capo Figari e della batteria Serra, una volta restaurate ed aperte al pubblico, non sarà tanto merito della Newfari srl ma di quelle amministrazioni, Regione e Comune in primis, che hanno deciso che non si poteva lasciare cosi (ricordiamo che il bene è abbandonato da oltre 50 anni) un bene identitario di quel valore storico, non lo hanno venduto né tantomeno svenduto, e lo stanno lasciando, completamente restaurato e senza metterci un euro di soldi pubblici ma incassando un canone. Una volta finita la concessione che sarà sì lunga ma non eterna, resterà nella disponibilità del patrimonio pubblico.
Ora le vorrei fare io una domanda – chiude Raggio – Lei la chiamerebbe speculazione?”