Sarà presente anche la Sardegna, e con essa l’opera di Alberto Ponis, alla 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Il Padiglione Italia, intitolato Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, accoglierà fino al prossimo 23 novembre un progetto che riflette sul Mediterraneo e il rapporto tra acqua e terra, città e costa.
All’interno di questo scenario si inserisce Homo Additus Naturae, la ricerca curata da Giuseppe Galbiati e Tiziano Demuro, quest’ultimo di Oschiri, che ripercorre l’eredità delle architetture galluresi di Alberto Ponis. L’obiettivo è reinterpretare le sue case-vacanza come strumenti di mediazione tra ambiente costruito e paesaggio, in un’ottica di rispetto e integrazione con la natura.
Ponis, scomparso nel 2024, ha lasciato un’impronta profonda nel nord Sardegna. Le sue opere, realizzate a partire dagli anni ’60 tra Punta Sardegna e Costa Paradiso, si distinguono per la capacità di leggere il contesto e trasformarlo in architettura senza comprometterne l’identità. L’architetto ha contribuito a rinnovare il concetto di casa per la vacanza, sviluppando edifici in cui l’abitante si pone in relazione simbiotica con il paesaggio circostante.
Come osservato da Sebastiano Brandolini, le sue costruzioni non si mimetizzano, ma reinterpretano con intelligenza il paesaggio. Non è un caso che ogni progetto, anche a pochi chilometri di distanza, risulti morfologicamente unico, modellato sulle specificità ambientali del luogo.
Nell’Italia delle coste aggredite da uno sviluppo incontrollato, le architetture di Ponis si affermano oggi come testimonianze di un approccio etico e sostenibile, capace di restituire valore al territorio marittimo. Un messaggio quanto mai attuale, che guarda alla tutela del patrimonio naturale e al futuro delle comunità costiere.