“La protesta degli autotrasportatori è legittima e comprensibile e va a favore di tutta la comunità in quanto il costo del carburante colpisce tutti (chi più chi meno) indistintamente. Un aumento indiscriminato e non giustificabile, frutto, come certificato anche dai membri del Governo, di speculazioni, quindi di chi cinicamente fa profitto sulla pelle dei lavoratori e dei consumatori”.
Lo sostiene Coldiretti Sardegna per voce del presidente e del direttore Battista Cualbu e Luca Saba che ribadiscono, “piena solidarietà e sostegno a questa battaglia che occorre distinguere nettamente (e chi non lo fa è in malafede e mira al fallimento dell’obiettivo della protesta) dagli estremismi e le strumentalizzazioni degli infiltrati che niente c’entrano con la protesta ma che hanno fini eversivi e metodi illegittimi con la sola conseguenza di creare divisioni, macchiare e gettare ombre negative su lavoratori come gli autotrasportatori che ci mettono la faccia e soldi e rischiano anche il proprio lavoro e capitale per gridare il proprio disagio e rivendicare giustizia e condizioni che gli consentano di continuare a lavorare.
Non ci lasceremo dividere e intimidire dagli sciacalli alleati degli speculatori che fanno soldi sulla disperazione dei lavoratori. Siamo al fianco degli autotrasportatori i quali, in seguito al dialogo e la mediazione che abbiamo portato avanti insieme alle Questure e Prefetture dall’inizio della protesta, hanno capito la disperazione degli amici agricoltori e allevatori, consentendo già da ieri di far arrivare i mangimi necessari per l’alimentazione del bestiame e far partire le merci fresche deperibili, soprattutto ortofrutticole evitando che si buttassero al macero tonnellate di cibo.
Così come nella nostra cultura sindacale rivendicativa – evidenziano ancora il presidente Battista Cualbu ed il direttore Luca Saba – riteniamo che la manifestazione degli autotrasportatori possa e debba durare sino a quando non raggiungano soddisfazione alle loro rivendicazioni dalle Istituzioni, creando chiaramente il disagio necessario per far sentire la propria voce ma evitando che la manifestazione possa essere strumentalizzata da infiltrati che niente c’entrano con la protesta”.