Dopo le dichiarazioni di fuoco di Angelo Cocciu in merito al nuovo capitolo delle guerra politica per dividere in due l’Autorità Portuale, interviene il consigliere del PD Giuseppe Meloni che rispedisce le accuse al mittente e contrattacca: “Se davvero tiene alla centralità del porto di Olbia, abbandoni le dichiarazioni e passi ai fatti” con il voto in Consiglio.
“Ho letto le dichiarazioni del collega Cocciu sulla Port Authority della Sardegna – dice Giuseppe Meloni – e, pur capendo l’esigenza, sua e del centrodestra olbiese di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto alla disastrosa situazione della sanità gallurese e alla vergognosa vicenda dell’aumento esorbitante delle tasse sulle insegne e sui passi carrabili a Olbia, non posso accettare la maldestra ricostruzione dei fatti effettuata dal collega.
Non voglio, peraltro, partecipare al teatrino politico innescato dal consigliere Cocciu, altrimenti gli avrei potuto chiedere dove si trovasse nel febbraio 2006 quando l’amministrazione comunale alla quale apparteneva decise di avallare la scalata per il controllo, sostanzialmente da monopolista, del porto di Olbia da parte di un noto armatore del sud Italia. Ovvero una scelta, quella, che ha rappresentato l’inizio di parecchie sventure per quel porto e di conseguenza, inevitabilmente, per l’intero sistema dei trasporti marittimi da e per la Sardegna”.
Secondo il consigliere del PD, il collega forzista Angelo Cocciu “non è nuovo a ricostruzioni fantasiose circa l’autorità portuale olbiese che sarebbe stata sacrificata dal PD olbiese e gallurese per due assessorati regionali” come ha sostenuto nelle dichiarazioni rilasciate a Olbianova.
“È giunta l’ora che il collega smetta di dire falsità, perché non è possibile che non sappia, oppure oggi faccia finta di non ricordare, che la gestazione dell’unica autorità portuale sarda prese consistenza con l’allora ministro del Popolo delle Libertà Lupi, passò per la legge delega n. 124 del 2015 e si concluse con il D.lgs del 4 agosto 2016 n. 169 dall’allora governo Renzi, ben prima che Olbia potesse contare su due assessori regionali. Assessori che, peraltro, hanno lavorato notoriamente bene anche al servizio della città e dell’amministrazione comunale di centrodestra nella quale Cocciu rivestiva il ruolo di vice sindaco”.
Meloni, prosegue la nota, puntualizza di non essere “aprioristicamente contrario ad un ritorno alle due autorità portuali della Sardegna, ma, al di là delle considerazioni sulla opportunità, conosciamo tutti le difficoltà e sovente i tempi lunghi che comportano tali modifiche legislative nazionali, peraltro in un periodo nel quale la strada intrapresa va nella direzione di ulteriori accorpamenti piuttosto che di smembramenti. Lo stesso deputato olbiese Nardo Marino in 4 anni non è riuscito, nonostante la sua certa volontà e l’appartenenza ad un partito di governo, a portare al traguardo la sua proposta di legge in tal senso.
Credo che un consigliere regionale possa intervenire, tuttavia, essenzialmente per quanto di competenza della regione. E allora invito il collega Cocciu, tra l’altro capogruppo di un partito di maggioranza, ad intervenire immediatamente presso il presidente della regione”.
A questo proposito Giuseppe Meloni cita Il D.lgs n. 169/2016 (che ha apportato modifiche alla legge n. 84/1994) all’articolo 7, comma 3, che “prevede che la sede delle nuove autorità di sistema portuale sia il cosiddetto porto “core” ex Reg. (UE) n. 1315/2013. Ossia Cagliari per la Sardegna.
Il medesimo art. 7, comma 3, del D.lgs 168/2016 prevede che “Il Ministro, su proposta motivata della regione o delle regioni il cui territorio e’ interessato dall’AdSP, ha facoltà di individuare in altra sede di soppressa Autorital Portuale aderente alla AdSP, la sede della stessa.
Ecco – sottolinea il consigliere gallurese del PD – il presidente Pigliaru non l’ha fatto e il sottoscritto a suo tempo non ha mancato di sottolineare pubblicamente il proprio dissenso, anche con voti contrari e di protesta rispetto alla linea dell’allora maggioranza.
Il collega Cocciu, da 3 anni a questa parte, ha avuto un’arma politica importante che non ha mai voluto utilizzare. E può ben farlo ora, alla vigilia dell’approdo in Aula della Finanziaria 2022. Se davvero tiene alla centralità del porto di Olbia, abbandoni le dichiarazioni e passi ai fatti. Chieda, anche in forza del suo ruolo di capogruppo, al presidente Solinas (che nel giugno del 2021 ha proposto al ministro dei trasporti la riconferma del presidente Deiana, evidentemente soddisfatto del lavoro svolto dallo stesso) di esercitare la facoltà prevista dalla legge 84/1994 e di proporre al governo il porto di Olbia come sede dell’autorità portuale della Sardegna, in attesa della riattivazione dell’autorità portuale del nord Sardegna, se mai il parlamento lo vorrà.
Se Cocciu, come mi auguro – conclude Meloni – lo farà, sarò dalla sua parte e lo sosterrò con forza. Se Solinas non dovesse dar corso a quella richiesta a quel punto il collega Cocciu dovrà sgombrare dalla sua testa l’ossessione del PD ed essere conseguente rispetto al suo presidente e alla sua maggioranza. Ma non a parole, con il voto!”