OLBIA 4 luglio 2025 – Sessanta campionatori sparsi per la città, 500 studenti coinvolti: l’aria di Olbia è più pulita rispetto alle grandi metropoli italiane, ma alcune zone restano sopra i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Protagonisti dell’iniziativa “Di che colore è l’aria che respiri?” gli studenti liceo scientifico Mossa, del liceo classico linguistico Gramsci e dell’istituto tecnico Deffenu che hanno installato i dispositivi per misurare il biossido di azoto. Il monitoraggio, durato quattro settimane tra ottobre e novembre, si è concluso con l’invio dei campionatori al laboratorio di analisi per una prima valutazione, seguita dalla calibrazione dei dati con quelli registrati dalle centraline dell’Arpas.
Il progetto Mezzo (1/2), sostenuto dalla Fondazione con il Sud e coordinato dall’associazione hub.MAT con Roberta Calcina come presidente, ha coinvolto Cittadini per l’Aria e Fab Lab Olbia insieme al Comune. Durante la presentazione dei primi risultati del monitoraggio alla stampa, Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, ha spiegato: “Olbia ha una media del biossido di azoto molto inferiore ad altre città italiane, in molte zone sotto i 10 microgrammi che rispettano i limiti dell’OMS, ma ci sono anche zone critiche”.
Le concentrazioni sono inferiori ai grandi centri urbani, ma alcune zone superano i 10 microgrammi per metro cubo, con picchi oltre i 26 microgrammi per metro cubo in viale Aldo Moro e via Vittorio Veneto. Le aree più virtuose si trovano presso l’ospedale Giovanni Paolo II con 4,4 microgrammi per metro cubo. “È stata la più grande campagna di monitoraggio sulla qualità dell’aria in Sardegna” ha sottolineato Antonio Burrai (Fab Lab Olbia) durante la presentazione dell’iniziativa. “La nostra volontà di attivare la città 30 è stata un’iniziativa straordinaria, grazie alla visione del sindaco Settimo Nizzi” così l’assessora all’Ambiente, Antonella Sciola.
La dirigente scolastica del liceo classico Gramsci Salvatorica Scuderi ha evidenziato l’aspetto educativo del progetto: “I ragazzi devono essere istruiti verso il rispetto dell’ambiente. Viviamo in un’area bellissima che deve essere tutelata”. Secondo Michela Fancello (EETRA) “Questi dati servono per immaginare insieme una Olbia più sostenibile e sicura”. “La città 30 km/h funziona grazie alla riduzione della velocità e degli inquinanti, ma si può fare di più” ha precisato Gerometta, che ha proposto l’elettrificazione delle banchine portuali con il cold ironing, mentre Roberta Calcina ha auspicato la realizzazione della velostazione e nuove piste ciclopedonali per una mobilità più sostenibile.
Un secondo monitoraggio con altri 60 campionatori è stato effettuato a giugno, coinvolgendo l’istituto Amsicora. I risultati verranno presentati durante la Settimana Europea della Mobilità dal 16 al 22 settembre prossimi.