Il presidente del Consiglio comunale Vanni Sanna ha protocollato ieri a Roma, presso il Segretariato Generale di Stato, il contenuto della determinazione approvata dall’assemblea civica di Olbia in merito alla mancata applicazione dello “stato di emergenza” in seguito all’alluvione del 1° ottobre scorso.
La lettera, indirizzata al Presidente Matteo Renzi, rappresenta un formale atto di protesta in cui si stigmatizzano “le numerose processioni istituzionali e le personali assicurazioni ricevute dagli organi di Governo Nazionale e Regionale, e non risultano ancora stanziati nemmeno i fondi necessari al ristoro dei gravissimi danni subiti a suo tempo da privati cittadini e dalle imprese di Olbia a seguito del passaggio del ciclone Cleopatra del 18 novembre 2013”.
Il documento, tra gli altri punti, fa un raffronto per evidenziare la disparità di trattamento tra due comuni alluvionati: Genova e Olbia. Le cifre riportate fanno emergere due situazioni diametralmente opposte. Da una parte il capoluogo ligure incassa fino all’80% del valore dei danni subiti nelle due alluvione del 2011 e del 2014. Dall’altra l’assoluta assenza di finanziamenti per il capoluogo gallurese.
Persino negli stanziamenti finalizzati alla mitigazione del rischio idrogeologico la Liguria gode di un evidente privilegio in quanto riceve 379 milioni di euro immediatamente disponibili contro i 110 previsti (30 di questi per Cagliari e 80 per Olbia) per l’Isola, con soli 16 milioni provenienti dal Cipe e il resto contenuti nella legge di stabilità 2016.
Per questi motivi il Consiglio comunale di Olbia chiede il formale impegno del Governo a dare immediata attuazione a 4 punti fondamentali.
- Il riconoscimento di “stato di emergenza” per il 2015.
- La sospensione dell’applicazione del Patto di Stabilità per i prossimi tre esercizi finanziari.
- Che vengano onorati gli impegni assunti con la città nelle fasi immediatamente successive agli eventi alluvionali.
- Che il Governo attui norme di Deroga del “Codice degli appalti” al fine di favorire la rapida esecuzione dei lavori a salvaguardia dell’incolumità di cose e persone.