La Corte di Cassazione di Roma ha annullato, per prescrizione, la sentenza di condanna dell’ex sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, e di due dirigenti comunali, il capo dell’Urbanistica Antonello Zanda e il responsabile della Protezione Civile Giuseppe Budroni. Tutti erano stati condannati con la pesante accusa di omicidio colposo plurimo per le sei vittime registrate nel comune di Olbia nel corso dell’alluvione del novembre 2013.
I giudici romani hanno, dunque, annullato la decisione della Corte d’Appello di Sassari che aveva condannato l’ex sindaco a due anni di reclusione e i due dirigenti comunali a un anno e otto mesi oltre al pagamento, già effettuato, di un provvisione totale di circa 1,2 milioni di euro.
“Sono soddisfatto perché, al di là delle problematiche civili che vedremo all’esito del deposito delle motivazioni, il mio assistito non meritava una condanna penale. Sempre nel rispetto delle vittime, lo ritengo un buon risultato”. È la dichiarazione dell’avvocato difensore dell’ex sindaco Giovannelli, Nicola Di Benedetto
“La Corte d’Appello aveva condannato gli imputati sia in sede penale che al risarcimento dei danni alle parti civili, la Corte di Cassazione ha preso atto che era spirato il termine di prescrizione ed ha mutato le condanne in proscioglimento per prescrizione ritenendo corrette, evidentemente sul punto le argomentazioni della Corte di appello – cosi commentano Giampaolo Murrighile e Domenico Putzolu, difensori delle parti civili delle famiglie Nieddu/Corona la corte di cassazione ha confermato la condanna al risarcimento del danno statuita dalla Corte di Appello nei confronti del sindaco Giovannelli e del Comune di Olbia, che dovrà essere determinata nel suo ammontare dal giudice civile. Per quanto attiene le statuizioni civili concernenti Budroni Giuseppe e Zanda Antonio Giovanni la cassazione ha demandato alla Corte di Appello in sede civile l’accertamento anche della loro responsabilità risarcitoria e quindi non solo del suo ammontare”.
Per quanto attiene la posizione delle parti civili della gli stessi avvocati esprimono “piena soddisfazione per l’esito della sentenza che rassegna alla storia del nostro Paese il fatto che le vittime dell’alluvione hanno perso la vita per le grave colpa di coloro che erano chiamati a gestire gli effetti della grave calamità, l’affermazione da parte della suprema Corte della responsabilità del Comune di Olbia chiude definitivamente la porta a qualsiasi altra lettura strumentale della vicenda. La famiglia Nieddu Corona non hanno mai perseguito propositi vendicativi e quindi non auspicava pene esemplari, ma ha agito al solo fine di far emergere le effettive responsabilità che la sentenza della Cassazione ha definitivamente sancito”.