GOLFO ARANCI. L’amministratore della New Fari, Alessandro Raggio, ha inviato una lettera a Olbianova in cui racconta, dal suo punto di vista, come stanno le cose in merito al progetto ricettivo e di ristrutturazione dell’Ex Stazione di Vedetta di Capo Figari e della Batteria Serra. Ma prima occorre fare una breve premessa.
Al termine della seduta pubblica aperta del 20 ottobre scorso in cui sono intervenuti il vicepresidente della Regione Sardegna Giuseppe Fasolino e il consigliere regionale del M5S Roberto Ligioi, il consiglio comunale ha detto No al progetto New Fari.
Nel dettaglio, come si legge nel documento approvato all’unanimità, il consiglio comunale ha espresso parere contrario “alla privatizzazione e ristrutturazione degli immobili finalizzata alla creazione di una struttura ricettiva esclusiva”.
“La volontà precisa dei golfarancini – ha detto il sindaco Mario Mulas a fine seduta – è quella di riprendere il bene di Capo Figari perchè vogliamo essere noi protagonisti. L’amministrazione lo sta dicendo da tanto ma oggi si è pronunciato anche il consiglio comunale che è sovrano”.
Appare chiaro, a questo punto, che si apre una nuova fase nella querelle, perché se il consiglio è sovrano, come ha sottolinea primo cittadino, non si può non considerare che è la Regione Autonoma della Sardegna a detenere la proprietà del complesso immobiliare di Capo Figari.
Per questo riveste un interesse particolare la lettera inviata a Olbianova da Alessandro Raggio, amministratore della New Fari, la società che ha vinto legittimamente il bando della Regione Sardegna battendo in gara gli altri due partecipanti, “Tem Gestur srl” e “Maurizio Putzolu”.
Raggio, in apertura, si dice “rattristato, da sardo e imprenditore, di essere definito speculatore” e nella sua lunga riflessione afferma con chiarezza che come concessionario “seguirà alla lettera” il bando di gara in cui non è prevista alcuna cementificazione. Raggio parla anche dell’idea del Museo e snocciola numeri e conti ma non glissa sulla lunga storia di incuria e abbandono in cui versano i luoghi in oggetto e tantomeno degli accordi firmati dall’amministrazione guidata proprio dal sindaco Fasolino nel 2019 “per valorizzare turisticamente il Semaforo di Capo Figari”.
Raggio, nella sua lettera scritta di getto, a tratti durissima, non fa giri di parole quando parla dell’intero impianto di Capo Figari che tutti definiscono oggi “bene identitario” ma che è stato “violentato da moltissimi suoi visitatori e dalle amministrazioni che si sono tappate gli occhi”. Poi, in chiusura, dopo aver “tranquillizzato la comunità” sulla storia della piscina “che non si farà”, lancia una provocazione.
NOI SPECULATORI? “Gentile direttore, Le scrivo in merito al Consiglio Comunale di Golfo Aranci tenutosi ieri. Mi rattrista, da sardo ed imprenditore, leggere addirittura che il concessionario, colpevole solo di aver vinto una gara nazionale su un bene abbandonato da tutti (cittadini ed istituzioni) da oltre 60 anni, gara a cui partecipammo in tre (dico 3..) – a dimostrazione di quanto nei fatti, il sito ed il suo recupero fosse sul serio nei pensieri di qualcuno – venga ora definito speculatore dal sindaco della cittadina gallurese. Partecipiamo in tre piccole imprese, nessuna associazione, istituzioni, cittadino. Nemmeno dopo la aggiudicazione del 2020 (momento in cui si poteva benissimo chiedere un intervento in autotutela cosa che ora è impossibile) nessuno tra istituzioni locali, associazioni varie e cittadini si è fatto sentire”.
NESSUNO PUÒ CEMENTIFICARE. “Voglio segnalarle un link (QUI >) su sito istituzionale della RAS dove chiunque, da 4 anni, può vedere tutto quanto serve su detto bando di gara per capire che non sia tecnicamente possibile nessun tipo di speculazione e si tratta solo di assoluta e becera demagogia si leggerà “con sorpresa” che nessuno può cementificare alcunchè. Il decreto di vincolo, che ovviamente il concessionario seguirà alla lettera, non da spazio a interpretazioni. Allora perchè tutto questo battage quando basterebbe leggere i documenti on line da 4 anni? Forse perchè siamo in periodo pre elettorale e qualcuno ha bisogno, per uno straccio di triste visibilità, di ergersi a paladino di un qualcosa che è già ampiamente – e fortunatamente – tutelato dalla legge?”
IL MUSEO. “L’idea del museo era stata proposta proprio da alcuni consiglieri comunali di Golfo Aranci, sicuramente non da noi, tra l’altro in presenza di alti funzionari della Regione, ed il concessionario aveva dato la sua disponibilità, come sempre, a valutarla in società realizzando a propria cura e spese i lavori (oltre 1.000.000 di euro per il solo Semaforo ai prezzi attuali) per poi eventualmente affittarlo al Comune che ne avrebbe pinea disponibilità 365 gg all’anno.
I CONTI DA FAR TORNARE. La Newfari fa impresa e cerca, da sempre, di farla in modo eticamente responsabile, di qui l’apertura alla proposta del Comune ed il ragionamento su fare noi i lavori di recupero e poi trovare un intesa di locazione ragionevole con l’amministrazione partendo dal Piano Economico e Finanziario approvato in sede di gara dalla Commissione di Congruità della Regione, cioè dallo stato italiano. Piano Economico e Finanziario che, per inciso, prevede utili per circa 450.000 euro annui per 27 anni (tre sarebbero di lavori)”.
ALTRO CHE SPECULATORI. “Quindi ragionare (in modo assolutamente generico come ben sa il sindaco) su un canone di 300.000 euro ovvero 150.000 euro annui meno di quanto asseverato dalla Regione Sardegna in sede di gara (che in 30 anni farebbe oltre 4.000.000 di euro di utili in meno per la Newfari srl), da cui peraltro scalare i costi di gestione e canone (ed assicurazioni/fidejussioni varie a garanzia del contratto) da corrispondere alla Regione Sardegna, fa diventare la Newfari uno speculatore. Solitamente speculatore è chi aumenta il suo profitto approfittando di una situazione, non chi lo riduce di almeno un terzo pur potendo – per legge – pretendere ciò che gli spetta, cioè portare avanti la sua idea imprenditoriale”.
UN REGALO AL COMUNE. “Senza tediare lei e i suoi lettori su quanto costa oggi, ai tassi attuali, chiedere un finanziamento bancario per recuperare il tanto reclamato Semaforo di Capo Figari (tanto reclamato oggi quanto colpevolmente dimenticato da tutti, gara inclusa, per oltre 60 anni), segnalo che, ad un concessionario che ha vinto onestamente una gara nazionale e che ha sempre operato nel pieno rispetto di tutti i vincoli di legge con una esperienza ultradecennale specifica in questo tipo di recuperi, gli si chiede, a giochi fatti, di cambiare il suo progetto (su cui ad oggi ha speso fidejussione inclusa oltre 400.000 euro), di realizzare a proprie spese il museo recuperando il sito dopo che tutti lo avevano abbandonato spendendo (a debito bancario) non meno di 1.500.000 euro interessi compresi, per poterlo poi regalare al Comune di Golfo Aranci”.
GLI ACCORDI. “Questo, ovviamente, dopo che il Comune di Golfo Aranci ha firmato un intesa nel 2019 con Soprintendenza e Regione Sardegna per valorizzare turisticamente il Semaforo di Capo Figari prevedendone anche punto ristoro e stanze, tanto che ha poi, correttamente, adeguato il PUC. Lascio a lei ed ai suoi lettori ogni commento”.
PRIMA SI FIRMA L’INTESA E POI? “Sa, mi ha molto amareggiato esser stati definiti speculatori per aver valutato con grande attenzione una proposta del Comune, ripeto non nostra, che è arrivata non solo a concessione firmata, ma dopo che lo stesso Comune nella persona del sindaco e del consiglio comunale avevano prima firmato l’intesa (2019) che consente tutto quanto previsto dal progetto tanto da adeguare come stabilito il PUC in tal senso, e avendo poi ben visto il progetto già nel 2020 non appena divenimmo concessionari quando, personalmente, lo consegnammo al Comune nelle mani del Sindaco”.
NON FAREMO MAI SPECULAZIONI. “Vorrei, in ultimo, tranquillizzare, se mai ce ne fosse davvero bisogno, la collettività. Nessuno, sicuramente non la Newfari srl – legittimi concessionari del compendio di Capo Figari – farà alcuna speculazione. Né ora né mai. Non è nella nostra storia imprenditoriale, che, seppur piccola, parla chiaro. L’incarico del progetto è stato dato a un professionista estremamente meticoloso ed esperto in recupero di beni anche più delicati del Semaforo quali chiese antichissime e complessi nuragici, sempre ovviamente sardo. Sono stati fatti i rilievi e si sta procedendo con la messa in sicurezza”.
NESSUNA PISCINA MA CHE TRISTEZZA. “Non verrà realizzata alcuna piscina. Benchè basterebbe salire al Semaforo anche ora e vedere il degrado assoluto, l’immondezza traboccante dai cestini che non vengono svuotati da chissà quanti anni, la tristissima fine che ha fatto questo bene identitario violentato da moltissimi suoi visitatori e dalle amministrazioni che si sono tappati gli occhi. Ma se il sito è abbandonato da tutti c’è da chiedersi se davvero il problema siano le piscine – peraltro non consentite dal decreto di vincolo e quindi chiaramente non realizzabili, decreto che è online da oltre 4 anni – o la cecità assoluta e la demagogia di chi avrebbe potuto e dovuto occuparsene e non lo ha fatto per decenni?
Le piscine furono inserite nel concept iniziale come concept appunto ma non saranno nemmeno presentate nel progetto definitivo che ricalcherà, su richiesta specifica dell’amministratore della Newfari srl al tecnico incaricato, al 99,99% quello originale , anch’esso visibile nel link di cui sopra”.
CAPO FIGARI PUNTO FERMO. “Per noi il recupero di Capo Figari è un punto fermo del nostro piano di sviluppo imprenditoriale. La struttura ricettiva – e il punto ristoro – che si aprirà, è un pubblico esercizio ed in quanto tale sarà evidentemente sempre aperta al pubblico e non sarà più cara di tante strutture della zona”.
UNA PROPOSTA: SI METTANO 20 EURO A FIRMA. “In ultimo facciamo, questa volta si, una proposta – un po’ provocatoria ed un po’ no – come concessionari. Basterebbe che tutti i 55.000 firmatari della petizione, in primis il sindaco di Bergamo (Giorgio Gori, ndr), che non so a che titolo abbia potuto dare giudizi personali adombrando un’iniziativa imprenditoriale che evidentemente non conosce, facessero, con la stessa solerzia, un crowfunding mettendo 20 euro a testa per raccogliere la cifra che serve per sistemare capo Figari, ovvero 1.100.000 euro”.
MUSEO E PUNTO RISTORO? PRONTI VIA. “Da tale cifra si detrarrà quanto ad oggi investito come spese e come lavoro (circa 400.000 euro) dalla Newfari srl, il resto verrà utilizzato per i lavori di recupero ed il concessionario gestirà direttamente museo e punto ristoro, senza che vengano realizzate le tanto osteggiate stanze. Ci si è messo 4 mesi a raccogliere 55.000 firme, ci si può mettere lo stesso tempo per arrivare a questa cifra. Venti (20) euro a testa. Se si arriva a questo importo entro gennaio 2024 (poi presenteremo il progetto) la questione si chiuderebbe con una bella storia da raccontare. Secondo lei come finirà?”
Alessio Raggio
amministratore New Fari srl