ALÀ DEI SARDI. Con la novena dedicata al santo, inizia ufficialmente oggi, lunedì 25 settembre, il cammino che porterà il paese di Alà dei Sardi verso la festa in onore di San Francesco, che si celebrerà il 4 e 5 ottobre prossimi. Giorni densi di celebrazioni, a cui partecipa tutta la comunità.
La festa di San Francesco ha origini che risalgono a un sogno di un modesto contadino. Agli inizi del secolo scorso il paese era un piccolo villaggio di circa 1600 anime e gli abitanti erano dediti all’agricoltura e all’allevamento. Giovanni Leonardo Piscera, detto “Colombo”, era tra questi.
Nato nel 1861, sposato e padre di tre figli, proveniva da una numerosa famiglia di pastori e come molti compaesani del tempo viveva praticamente in campagna: sveglia la mattina presto, pasti in loco e rientro a casa la sera tardi.
PRIMO SOGNO. Tutto cambiò una notte del 1906. Giovanni aveva 39 anni. Quella notte, dopo una delle tante giornate trascorse in campagna, durante il sonno gli apparve un frate. Alla richiesta di presentarsi, il frate rispose dicendo di chiamarsi Francesco d’Assisi e di volere una chiesa in suo onore. Il giovane Giovanni non capì bene e la mattina seguente, dopo aver raccontato lo strano sogno alla moglie, ritornò in campagna e sbrigò le faccende.
SECONDO SOGNO. Qualche notte più tardi, il santo apparve di nuovo in sogno all’umile pastore rivolgendogli la stessa richiesta. Giovanni, sempre in sogno, gli disse di essere povero e di non disporre del denaro necessario ma il frate ribatté dicendo che avrebbe trovato le persone adatte, facendogli addirittura nomi e cognomi di chi avrebbe potuto aiutarlo. Il pastore, obbedendo agli “ordini” del santo di Assisi, andò allora a cercare le persone facoltose indicate ma non fu creduto.
TERZO SOGNO. Giorni dopo, sognò per la terza volta il frate che lo conduceva in una aperta campagna dove, con un piccolo ramo, tracciava il perimetro di quella che sarebbe stata la chiesa, specificando anche i luoghi in cui posizionare le porte.
La mattina seguente raccontò il sogno alla moglie e andò a controllare la campagna vista in sogno: una località chiamata Norile, a circa 2 km dal centro dell’abitato. Grande fu la sua meraviglia quando vide le pietre allineate esattamente come nel suo sogno. A questo punto i lavori iniziarono.
RASA AL SUOLO. Durante una delle giornate di lavoro uno dei promotori chiamati da Giovanni si lamentò e pretese di posizionare le porte da un’altra parte, nonostante le direttive imposte da San Francesco. Il giorno dopo, quando tutti ritornano nel loro posto di lavoro, trovano la costruzione, che con fatica avevano iniziato, completamente rasa al suolo. Da quel momento il gruppo seguì alla lettera le parole di Giovanni che, come un profeta, si fece portavoce della volontà del “poverello di Assisi”.
L’INSEGNA. Quando fu finalmente ultimata, i promotori decisero di apporre all’interno della chiesetta una insegna con tutti i nomi di chi aveva partecipato all’iniziativa. Giovanni fu inserito all’ultimo posto, quasi a sottolineare che lui era il più povero del gruppo.
LA PROFEZIA. “Zio Giovanni” si lamentò ma San Francesco gli riapparve in sogno annunciando che l’ordine in cui erano stati scritti i nomi sarebbe stato anche quello in cui tutti i promotori sarebbero deceduti. La “profezia” si realizzò: morirono uno dopo l’altro esattamente come furono iscritti nella lapide.
Dopo questi fatti Giovanni riprese la sua vita ma da quel giorno del 1906, in cui fu la chiesa fu completata, la sua vita non fu più la stessa. Il suo rapporto spirituale con San Francesco si fece sempre più forte.
Era profondamente legato al suo amico “Franzischeddu”, come era solito chiamarlo. Ogni volta che qualcuno gli chiedeva di raccontare quella storia quasi si commuoveva. Non mancava mai alla festa in onore del santo e per tutto il resto della sua vita fu uno dei uno dei punti di riferimento di coloro che, di anno in anno, organizzavano le celebrazioni.
Fino alla sua scomparsa, compreso il periodo della seconda guerra mondiale, aprì la processione con il suo vecchio costume e la sua personale bandiera votiva.
Giovanni visse fino a quasi 102 anni. La morte lo colse il 10 marzo 1963. Fu l’ultimo del gruppo dei fondatori della chiesa dedicata a San Francesco a lasciare questa terra.