Sono 13 ospedali italiani che aderiscono al progetto di lanaterapia ideato dalla onlus Gomitolorosa nel 2012. Tra questi anche il Mater Olbia Hospital. L’attività, che ha la finalità di combattere stress e ansia, è già attiva nei reparti di Ginecologia, Senologia e Radioterapia del nosocomio gallurese.
“Non escludiamo di poterla estendere anche ai reparti di Neurologia e Riabilitazione – ha dichiarato Franco Meloni, direttore sanitario del Mater -. Grazie alla onlus Gomitolorosa che promuove il lavoro a maglia negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia, le nostre pazienti potranno beneficiare di questa iniziativa mentre sono in attesa di un trattamento o durante il periodo di degenza”.
Come ha sottolineato la dottoressa Paola Bazzu, psicoterapeuta specializzata in psiconcologia, del Mater Olbia, “Diversi studi hanno avuto alla base l’osservazione delle risposte emotive all’impegno in attività creative artigianali. Le mani occupate orientano l’attenzione sul qui ed ora, restituendo spazio alla calma, favorendo la gestione di stati emotivi intensi e dei pensieri ripetitivi, migliorando il tono dell’umore”.
“Lavorare a maglia – ha detto il dottor Alberto Costa, presidente della onlus e oncologo senologo riconosciuto a livello internazionale per il suo contributo all’avanzamento della cura dei tumori al seno – distrae dalle preoccupazioni, aiuta a percepire meno il dolore, agevola i processi di socializzazione e migliora l’autostima perché implica un obiettivo e il suo raggiungimento», ha aggiunto ancora il medico”. Tutti aspetti che Costa ha avuto modo di constatare nei quarant’anni di lavoro fianco di Umberto Veronesi, quando, nelle corsie degli ospedali,i ha osservato le pazienti che lavoravano con l’uncinetto per ingannare il tempo in attesa di sottoporsi alle cure o agli esami.
“In questa prima fase del progetto – ha affermato la dottoressa Giorgia Garganese, responsabile UOC Ginecologia e Senologia del Mater – i manufatti realizzati dalle nostre pazienti saranno assemblati in morbide coperte e scalda gambe che rimarranno a disposizione dei nostri pazienti. In futuro prenderemo accordi con le associazioni del territorio destinando i manufatti a soggetti deboli come anziani, bambini, pazienti disabili e disagiati”.