OLBIA. Si è spento a 60 anni a causa di una malattia incurabile Sebastiano Casu. È stato un giocatore dell’Olbia e del Calangianus.
È il 29 marzo del 1981, a Orbetello è di scena l’Olbia di Roberto Franzon che, a sorpresa, schiera tra gli undici titolari Sebastiano Casu, 16 anni, giovane promettente uscito dal vivaio dell’Olbia Calcio. Superata la mezz’ora di gioco, il giovane Seba (così lo chiamavano tutti) raccoglie palla al limite dell’area, supera il suo avversario e scaglia una sassata verso la porta. È gol, l’Olbia è in vantaggio.
Questo fu il suo esordio con la maglia bianca (per la cronaca, l’Olbia vinse 2-1 con un gol di Cerasani). Da quel momento, per Sebastiano Casu, la maglia bianca divenne una seconda pelle. Giocò con i bianchi per sei anni, ricoprendo vari ruoli e distinguendosi sempre per intelligenza tattica, signorilità e correttezza. Nel suo palmarès si annovera anche una convocazione con la Nazionale Dilettanti.
Dopo gli anni a Olbia, ricevette anche un’offerta dalla Massese, che rifiutò per raggiungere Sergio Bagatti alla corte del Calangianus, dove giocò per altri cinque anni. Nella sua carriera calcistica anche un passaggio nel Tavolara di Franco Marongiu. Poi, la rottura dei legamenti lo costrinse a uno stop dal calcio giocato a buoni livelli, ma rimase eternamente legato al mondo del pallone e alla maglia bianca.
Di lui, Francesco Sotgiu, suo scopritore, con la voce rotta dall’emozione, dice: “Non ci sono parole per definire l’uomo e il calciatore. Seba era un ragazzo immenso, grande calciatore, campione di lealtà e correttezza, una persona educata e rispettosa di tutto e di tutti. Lascia un grande vuoto nel calcio olbiese.”
Ciao Seba, fai buon viaggio. Di te ricorderemo il grande calciatore che sei stato e quel tratto signorile ed educato che al calcio di oggi manca tanto.