Il 23 maggio 1992, alle 17:58, una carica di 500 kg di esplosivo fece saltare in aria un tratto dell’autostrada A29 nei pressi di Capaci. L’attentato, organizzato da Cosa Nostra, uccise il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
La Fiat Croma blindata, in codice Quarto Savona 15, ridotta a un ammasso di lamiere, è sbarcata nella sua teca questa mattina a Olbia ed è stata esposta davanti al municipio durante per l’evento organizzato dall’associazione “Donatorinati”della Polizia di Stato presieduta da Claudio Saltari. L’iniziativa, intitolata “Dal sangue versato al sangue donato”, ha visto la partecipazione di Tina Montinaro, vedova del capo scorta Antonio Montinaro.
“Il messaggio da portare ai giovani è solo uno: devono essere cittadini consapevoli, attenti e coraggiosi”, ha dichiarato Montinaro durante un incontro con gli studenti al museo. La giornata ha incluso anche una campagna di donazione del sangue, presenti le autoemoteche dell’Avis, simbolo di solidarietà e impegno civile.
Gregorio Capasso, procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, ha sottolineato l’importanza della memoria: “Quando si guarda la magistratura bisogna guardare anche e soprattutto a queste cose, ai nostri esempi, ai nostri martiri e a tutti coloro che hanno lasciato la vita per l’adempimento del proprio dovere”.
L’evento a Olbia è parte di un tour che toccherà anche Nuoro, Vallermosa e Iglesias, con l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità e della memoria. “Se la mafia vince è perché ha l’appoggio anche dei cittadini”, ha ricordato Montinaro, ribadendo l’importanza dell’impegno collettivo nella lotta alla criminalità organizzata.
All’evento oltre al sindaco di Olbia Settimo Nizzi, hanno partecipato attivamente il prefetto Grazia La Fauci e il questore Filiberto Mastrapasqua.