C’era una volta la Provincia di Olbia Tempio e ora, definitivamente, non c’è più. La settimana scorsa ha esalato l’ultimo respiro. Con la solita e fulminea velocità del web, persino Wikipedia ha celebrato il De Profundis dell’ente gallurese aggiornandone il contenuto
“La provincia di Olbia-Tempio – recita Wikipedia – (pruìncia di Tarranóa-Tèmpiu in gallurese, provìntzia de Terranòa-Tèmpiu in sardo) era una provincia italiana della Sardegna, istituita nel 2001 e attiva tra il 2005 ed il 2016. Affacciata a nord sulle bocche di Bonifacio, e a est sul mar Tirreno, confinava a ovest con la provincia di Sassari e a sud con la provincia di Nuoro.
Contava complessivamente 26 comuni e si estendeva per 3.397 km² (il 14,1% del territorio sardo), passati successivamente alla provincia di Sassari. Era una delle 6 province italiane con capoluogo condiviso tra 2 o più città. È stata formalmente soppressa dal 2016 e operativamente sostituita dalla Zona Omogenea di Olbia-Tempio per garantire – attraverso la permanenza delle sedi di Olbia e Tempio Pausania – l’esercizio autonomo delle funzioni provinciali e l’erogazione dei relativi servizi, sia pure formalmente nell’ambito della provincia di Sassari”.
E dunque Olbia torna sotto la vecchia “matrigna” Sassari, mentre in Regione decine di politici e burocrati si affannano nell’esercizio di tenere in vita tutto il resto, compresa la sperequativa “paralculata” (neologismo che rappresenta meglio il termine forbito “furba invenzione”) della provincia del Sud, la stessa enciclopedia universale si è messa in linea con la proverbiale velocità:
“La provincia del Sud Sardegna – si legge su Wikipedia – è una provincia italiana della Sardegna istituita il 4 febbraio 2016. Comprende i territori delle ex province di Carbonia-Iglesias e Medio Campidano, dismesse in conseguenza dei risultati dei referendum del 2012 in Sardegna, oltre ai comuni della provincia di Cagliari che non sono entrati a far parte della omonima città metropolitana. L’ente ha come capoluogo provvisorio Carbonia, il comune più popoloso del suo territorio”. E così sia.